6 Aprile 2024

Differenze e caratteristiche tra l’essiccazione naturale e artificiale del legno

Il processo che corrisponde alla separazione solido-liquido prende il nome di essiccazione ed è di fondamentale importanza nel trattamento del legno. Come mai? Semplice: quando questo materiale viene reperito in natura, contiene grandi quantità di acqua, che ne inficiano i requisiti di resistenza e durabilità necessari per il suo impiego nelle varie attività antropiche.

È vero che i tronchi degli alberi rilasciano parte del proprio contenuto acquoso nel momento in cui vengono abbattuti, ma non basta, perché si tratta solo dell’acqua libera, quella che occupa gli spazi vuoti della struttura legnosa (detti vacuoli): i quantitativi maggiori al suo interno sono invece rappresentati dall’acqua di saturazione, che impregna le pareti cellulari del legno e viene rilasciata con tempistiche molto più lunghe. Pertanto, è opportuno agevolare questo processo di de-umidificazione procedendo con l’essiccazione, in modo che l’umidità all’interno del legname venga ridotta alle soglie che ne permettono l’utilizzo in tempi ragionevoli.

Fasi e durata del processo di essiccazione del legno 

Il tempo, come si intuisce dall’introduzione, è una discriminante decisiva nel processo di lavorazione del legno, in cui l’essiccazione (o stagionatura) ricopre un ruolo decisivo. Ciò che però bisogna sapere è che questo procedimento può essere attuato in due maniere differenti, naturalmente o artificialmente, le quali prevedono fasi e durata diverse:

– Essiccazione naturale. Si tratta di un processo che avviene all’aria aperta: il legname, tagliato in pezzi calibrati in base all’utilizzo finale a cui sarà destinato, viene accatastato ordinatamente in tavole, sotto capannoni o tettoie aperte lateralmente, in modo che siano garantite la protezione da acqua piovana e raggi solari, ma anche il passaggio del vento. Poi, tra una fila e l’altra, vengono posti dei distanziatori che consentono un’adeguata circolazione dell’aria e così la stagionatura, che si articola nella fase di rilascio dell’acqua e di asciugatura, comincia. La durata complessiva del processo varia a seconda dei fattori ambientali/climatici (che sono variabili e posson generare ritardi), del tipo di legno in questione e del suo utilizzo finale, e dunque risulta piuttosto imprevedibile. L’unica certezza è però la sua lunghezza eccessiva, non in linea con i tempi richiesti dal mercato odierno: di solito, l’essiccazione naturale non riesce ad esaurirsi in meno di un anno;

– Essiccazione artificiale. Al contrario dell’essiccazione naturale, quella artificiale avviene in ambienti chiusi, più nello specifico in appositi forni speciali che agiscono sull’umidità del legno regolando temperature e flussi d’aria. Tali possibilità di gestione dei fattori decisivi dell’essiccazione determinano tempistiche molto più brevi (si va da qualche ora a qualche giorno, a seconda del legno da essiccare) e dipendono dai vari macchinari in grado di concretizzare questo processo, ai quali corrispondono diverse tipologie di essiccazione artificiale:

  1. Essiccazione convenzionale: il legno viene riposto in camere coibentate in cui l’aria e l’umidità possono essere controllate, accelerando il procedimento a seconda delle necessità;
  2. Essiccazione per condensazione: ideale per i tipi di legno più delicati, avviene a temperature basse e monitora costantemente il legname affinché non venga rovinato;
  3. Essiccazione ad alta temperatura: è il metodo più veloce e consiste nel far attraversare, alle tavole di legno, campi elettrici dalle frequenze molto elevate;
  4. Essiccazione sottovuoto: viene effettuata in camere stagne di metallo in cui viene abbassata notevolmente la pressione atmosferica. La bassa pressione accelera il procedimento di essiccazione a temperature sotto gli 80° C. Si tratta però di un processo che implica l’impiego di elevati quantitativi di energia: per questo, con il sottovuoto, il costo finale di produzione aumenta notevolmente.

L’essiccazione naturale e artificiale del legno 

Analizziamo adesso gli aspetti più rilevanti che scaturiscono dal confronto tra i due processi. È fuori dubbio che il vantaggio più chiaro ed evidente che fa propendere per l’essiccazione artificiale risieda nella sua durata temporale ridotta, e questo non ha certo bisogno di spiegazioni. Ma concorrono anche altri fattori ad eleggerlo procedimento di stagionatura più redditizio ed efficiente.

Infatti, oltre alle tempistiche, ci sono ulteriori limiti che riguardano l’essiccazione naturale. Innanzitutto l’assoluta contingenza a cui è sottoposta: sul suo svolgimento, del resto, non pende soltanto la tipologia del legno da asciugare, ma anche la stagionalità. Avvenendo all’aria aperta, deve essere calibrata in base alle periodicità dell’anno, perché i fattori climatici possono influenzarla, se non addirittura comprometterla. Inoltre non è in grado di far scendere il tasso di umidità al di sotto del 12%, risultando inadatta per quei legni destinati a lavorazioni specifiche, come il parquet, che richiedono un minor contenuto d’acqua nella struttura legnosa.

L’essiccazione artificiale invece può avvenire in qualsiasi periodo e riesce a produrre legno stagionato impiegabile in qualsiasi contesto. L’unica critica che viene mossa a questo processo dipende dal fatto che potrebbe determinare un’azione troppo aggressiva nei confronti del legname, compromettendone la struttura. Ma, in realtà, la problematica non si pone: basta impiegare il macchinario adeguato alla stagionatura da effettuare. Per questo Incomac mette a disposizione un ampio ventaglio di possibilità.

I vantaggi legati agli impianti di essiccazione: le nostre soluzioni 

Gli impianti di essiccazione Incomac, riuscendo a concretizzare qualsiasi tipo di stagionatura e aprendo a vantaggi specifici in virtù delle loro peculiarità, sono adatti al trattamento di ogni specie legnosa. Sul versante dell’essiccazione convenzionale mettiamo in campo tre soluzioni (Icd, Tag e Idv), che agiscono sul legno attraverso il principio di ricambio d’aria e possono essere alimentate con qualsiasi fluido termico o fonte di energia. Poi, nell’ambito dell’essiccazione a condensazione, proponiamo gli impianti Mac e Mac_Hybrid, che sfruttano, per i loro scopi, il ricircolo interno e la de-umidificazione dell’aria, distinguendosi per il circuito frigorifero situato al loro interno: questo, tramite una pompa di calore, riduce di circa un terzo il consumo termico necessario.

L’essiccazione accelerata, per la modificazione strutturale e cromatica del legno e per la sua stabilizzazione, è ciò che attuano, con grande efficienza, i nostri macchinari ad alta temperatura: le celle di vaporizzazione Vap e gli impianti per il termotrattamento Iht lavorano a temperature di esercizio superiori ai 90°C, garantendo risultati di primissima qualità. Chiudiamo con le nostre proposte speciali, che non solo si possono applicare ad ambiti specifici dell’industria del legno (come le celle per l’essiccazione Pal, le quali trattano dal punto di vista termico i pallet, rendendoli idonei alla normativa ISPM 15), ma sconfinano anche nella sfera della pre-essiccazione (gli impianti Pre consentono lo stoccaggio del segato a bassa temperatura in grandi superfici e in ambiente isolato) o addirittura in altri settori industriali (gli impianti di essiccazione Ind).


    Hai domande sull'argomento oppure vuoi ricevere informazioni sui nostri impianti?

    Scrivici compilando il form a lato. Ti risponderemo nel minor tempo possibile.